Se vivi con l’ADHD o conosci qualcuno che ne è affetto, probabilmente avrai sentito parlare di impulsività, disorganizzazione e difficoltà di concentrazione. Questi tratti sono tra i più noti del disturbo, ma spesso si sottovaluta quanto possano influenzare un aspetto molto concreto della vita quotidiana: la gestione del denaro.
Dal dimenticare di pagare una bolletta agli acquisti impulsivi online, fino alla difficoltà di risparmiare o pianificare a lungo termine, la relazione tra ADHD e finanze personali è complessa e profondamente legata ai meccanismi cognitivi del disturbo.
Le persone con ADHD tendono a cercare stimoli e gratificazioni immediate, un tratto che può influire notevolmente sulle decisioni economiche.
In pratica, per chi ha questo funzionamento è più facile fare un acquisto impulsivo per ottenere subito una sensazione di piacere o sollievo, anche se questo può creare problemi economici nel lungo periodo.
Uno studio pubblicato su Review of Finance (Strickland et al., 2020) ha mostrato che gli adulti con sintomi di ADHD presentano una maggiore probabilità di incontrare difficoltà finanziarie come ritardi nei pagamenti, accumulo di debiti o uso eccessivo del credito al consumo. Non si tratta di una mancanza di conoscenze finanziarie, ma di una difficoltà a ritardare la gratificazione e a mantenere l’attenzione su obiettivi futuri. Queste caratteristiche rendono le finanze personali una fonte costante di stress e ansia per molte persone con ADHD.
Molti adulti con ADHD riportano un senso di confusione economica: conti dimenticati, abbonamenti non monitorati, spese non tracciate. Una ricerca condotta da Erhardt e colleghi (2021) ha dimostrato che gli adulti con ADHD ottengono punteggi inferiori nei test di “financial judgment”, ossia nella capacità di comprendere e valutare decisioni economiche complesse. Questo non è semplicemente un problema di impulsività: è legato a come le informazioni vengono elaborate e alla difficoltà di prevedere le conseguenze a lungo termine delle proprie scelte.
In pratica, anche chi conosce le regole della finanza può avere difficoltà a metterle in pratica in modo coerente.
L’ADHD può influenzare anche l’autonomia economica e la stabilità finanziaria. Uno studio longitudinale di Barkley et al. (2016) ha seguito giovani adulti con diagnosi di ADHD, scoprendo che erano più frequentemente dipendenti economicamente dai genitori e avevano redditi medi più bassi rispetto ai coetanei senza ADHD.
La difficoltà nel gestire il tempo, nel mantenere la costanza e nell’organizzare le attività quotidiane può infatti tradursi in percorsi lavorativi più instabili e maggiore vulnerabilità finanziaria. Questi risultati evidenziano che il disturbo non riguarda solo la gestione immediata delle spese, ma può avere ripercussioni significative anche sulla vita economica complessiva e sulla capacità di raggiungere obiettivi finanziari a lungo termine.
Nonostante queste sfide, la letteratura scientifica mostra anche aspetti positivi. Lampe e collaboratori (2023) hanno evidenziato che alcune persone con ADHD possiedono punti di forza nelle competenze finanziarie quotidiane: creatività, flessibilità mentale e capacità di trovare soluzioni originali ai problemi economici. Tuttavia, queste qualità convivono spesso con difficoltà nella pianificazione e nel controllo delle spese, creando un equilibrio fragile tra intuizione e rischio. Conoscere questi punti di forza e debolezze è fondamentale per sviluppare strategie personalizzate che possano aiutare le persone con ADHD a gestire meglio il denaro. Brown et al. (2020), in uno studio pubblicato su PLOS ONE, hanno osservato che i sintomi di disattenzione portano spesso a uno stile decisionale evitante, in cui le scelte importanti vengono rimandate per ansia o confusione. Questo comportamento può tradursi in scadenze saltate, pagamenti ritardati e perdita di controllo sulle finanze. Si crea così una dinamica complessa: momenti di brillante intuizione economica si alternano a periodi di difficoltà pratica e stress finanziario.
Comprendere questi meccanismi è il primo passo per gestirli in modo efficace. Diverse strategie possono aiutare a compensare le caratteristiche cognitive legate all’ADHD.
Strumenti digitali come app di budgeting, promemoria automatici, conti bancari con notifiche in tempo reale e strumenti di monitoraggio delle spese permettono di ridurre gli errori legati alla disattenzione e alla disorganizzazione.
Allo stesso tempo, percorsi di psicoeducazione o coaching finanziario specifici per ADHD insegnano a pianificare in modo realistico, fissare obiettivi concreti e creare routine sostenibili.
Un altro approccio efficace è scomporre le attività economiche in piccoli passi: invece di affrontare tutta la gestione delle finanze in una volta, è utile programmare azioni giornaliere o settimanali, con check-list e sistemi di feedback immediato. Questo permette di ridurre lo stress e di mantenere maggiore controllo sui flussi di denaro, trasformando un compito complesso in un insieme di azioni gestibili.
Va sottolineato che l’obiettivo non è eliminare l’impulsività o la creatività, che possono essere risorse preziose, ma imparare a conviverci in modo funzionale. Ad esempio, un acquisto impulsivo non deve necessariamente diventare fonte di debito: può essere pianificato all’interno di un budget mensile, bilanciando le spese immediate con gli obiettivi a lungo termine.
Conoscere il modo in cui il cervello ADHD interagisce con il denaro non serve solo a evitare errori: permette di costruire un rapporto più consapevole e sereno con le proprie finanze. Gestire il denaro con l’ADHD non è impossibile, richiede però strategie diverse, strumenti adeguati e, soprattutto, la capacità di adattare le proprie abitudini alle caratteristiche cognitive individuali. Con il giusto supporto, le persone con ADHD possono sviluppare autonomia finanziaria, ridurre lo stress e sfruttare i propri punti di forza per affrontare le sfide economiche quotidiane in modo più efficace e soddisfacente.