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Dott.ssa Flaminia Fiory – Psicologa  
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“ADHD 2.0: strategie reali dei gruppi Facebook e delle associazioni per vivere meglio oggi”

26/10/2025 12:10

Flaminia Fiory

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Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’ADHD  è cresciuta notevolmente, non solo tra gli specialisti ma anche nella vita quotidiana di chi ne è affett

 

Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’ADHD  è cresciuta notevolmente, non solo tra gli specialisti ma anche nella vita quotidiana di chi ne è affetto.

In Italia, si stima che circa il 3-5% dei bambini e il 2-4% degli adulti presentino ADHD. Molti adulti scoprono la diagnosi solo in età matura. 

E' per questo che comunità online, gruppi Facebook e associazioni dedicate stanno diventando luoghi fondamentali per condividere esperienze, strategie e supporto.

Chi vive con un funzionamento dettato dal ADHD spesso racconta sui social media le sfide quotidiane: difficoltà a concentrarsi, gestire il tempo o portare a termine compiti complessi. 

Alcuni adulti condividono esperienze di diagnosi tardiva, descrivendo sollievo ma anche senso di perdita per anni di incomprensioni personali. 

Bambini e adolescenti affrontano spesso fraintendimenti a scuola: la loro energia può essere interpretata come disattenzione, maleducazione, pigrizia o disinteresse.

Dalle conversazioni online emergono alcuni temi ricorrenti: la difficoltà nell’organizzare la giornata, l’ansia legata alla procrastinazione, il senso di colpa per obiettivi non raggiunti. 

I gruppi non si limitano ad essere meri contenitori di lamentele ma diventano spazi di scambio di strategie concrete. Vi si trovano suggerimenti per la gestione del tempo, tecniche di mindfulness, routine giornaliere strutturate.

L’uso dei social media diviene quindi un tema centrale. Da un lato le piattaforme possono essere utili per restare connessi e trovare supporto; dall’altro, la mancanza di supervisione scientifica sulle informazioni rischia di ventare un problema. 

Non solo ma l’iperstimolazione data dall'uso di internet da parte di chi ha i sintomi clinici dell'ADHD può peggiorali. 

Gli utenti sui social condividono strategie semplici e spesso efficaci per tutte le problematiche che emergono nel quotidiano. 

Propongono routine e segmentazione delle attività, tecniche del pomodoro che alternano lavoro concentrato e pause, uso di App e strumenti digitali, Mindfulness e esercizi di respirazione, sport e tempo in natura, supporto sociale e persino indicazioni alimentari ed integrazioni. 

Sebbene le strategie della comunità siano preziose, la diagnosi e il supporto professionale rimangono fondamentali. 

Psicologi, neuropsichiatri e pedagogisti possono aiutare a distinguere ADHD da altre condizioni, proporre terapie comportamentali o farmacologiche e accompagnare il paziente in un percorso personalizzato.

La comunità online, quindi, non sostituisce la cura, ma la integra: offre spunti pratici, normalizza le difficoltà e genera senso di appartenenza, fattori cruciali per il benessere psicologico.

Il dialogo aperto nelle associazioni e nei gruppi Facebook riflette una nuova consapevolezza: l’ADHD non è solo un disturbo, ma un modo diverso di percepire il mondo, con punti di forza unici come creatività, energia e resilienza. 

L’informazione scientifica semplificata, unita all’esperienza concreta della comunità, permette di trasformare le difficoltà quotidiane in opportunità di crescita e autoefficacia.

In definitiva, vivere con un funzionamento dato dall'ADHD  significa imparare a conoscere se stessi, sfruttare strumenti concreti, affidarsi a professionisti e costruire reti di supporto. 

Grazie alle esperienze condivise online, nessuno deve sentirsi solo in questo percorso.